sociale

Dopo i voucher, il modello francese. Ma prima, domandate a Modena

Leggo, nei resoconti giornalistici della seduta del Consiglio dei ministri che ha deciso di abolire i voucher, che una delle ipotesi per sostituirli, in modo da avere uno strumento per regolamentare il lavoro occasionale e a domicilio, sarebbe l’istituto francese del “chèque employ service”. Me ne occupai, nel settembre del 2000, sia su Rassegna Sindacale (il mio giornaleche sul Sole 24 Ore (con cui collaboravo sui temi del welfare locale) illustrandone il funzionamento e i risultati di una sperimentazione che, in Francia, era iniziata nel 1993 fino al momento del passaggio a regime nel 1996.

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libri e polemiche

Caro Francesco, populista immaginario

Caro Francesco,

ho letto il tuo pamphlet (“Benedetti populisti”, Il Giornale, Fuori dal coro) con attenzione, ritrovandoci tutti gli umori di quella scrittura capace di coinvolgere che ho avuto modo di apprezzare nei tuoi post sulle amministrative di Alatri pubblicati su discorsoincomune e, più recentemente, sulle elezioni americane, a proposito delle quali hai saputo proporre analisi non scontate.

Questa attestazione di stima, che metto qui quasi a esergo, la ribadisco perché non voglio che tu pensi sia adesso menomata dalle mie perplessità su “Benedetti populisti” in cui trovo, invece, di convincente solo la scrittura, la capacità di raccontarla giusta ma al servizio, questa volta, di pensieri e argomenti che mi paiono molto deboli.

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sociale

Povertà, è la volta buona o l’ennesima volta?

Serve ancora un decreto legislativo (ma forse più d’uno) da varare entro sei mesi prima di poter parlare di un atto concreto per attuare una misura universale contro la povertà (tendenzialmente universale, in realtà, perché già da ora si sa che non tutto l’universo dei poveri verrà coperto per insufficienza di risorse a disposizione). Ieri c’è stato, infatti, l’ultimo via libera parlamentare al disegno di legge delega che, nell’istituire lo strumento, battezzato reddito di inclusione, ne affida l’esecuzione al nuovo provvedimento legislativo. Si ha la sensazione di tornare sempre al punto di partenza, in un tourbillon di nomi e definizioni che fa perdere il conto e la testa anche a chi di misure anti povertà si occupa da sempre e proprio per questo coltiva, in proposito, la sana riserva del dubbio.

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