capitale umano

Il Sole 24 Ore sospende l’incredulità

Quando insegnavo, anni fa, arrivò a scuola uno studente canadese, un quindicenne figlio di emigrati  che erano tornati a casa. Conosceva poche parole di italiano, si esprimeva in uno slang bastardo di cui riuscivamo ad afferrare a malapena qualche vocabolo, sfigurati relitti emergenti da fiotti di parole incomprensibili per noi professori e i suoi compagni. Il consiglio dei docenti, di cui facevo parte,  si riunì per decidere come affrontare il problema. Un nostro collega si offrì (poi capimmo che la famiglia del ragazzo, residente in campagna con orto e pollaio, aveva previsto un modesto extra in natura) di impartirgli lezioni intensive per portarlo, così disse, a leggere e scrivere correttamente, per il suo livello, entro il 15 giugno successivo, giorno di chiusura dell’anno scolastico e di rilascio del titolo finale. Nel corso dell’ultima riunione didattica, subito dopo le festività di Pasqua, quella immediatamente precedente al consesso degli scrutini di fine anno scolastico, i professori del ragazzo lamentarono di non aver registrato miglioramenti significativi e ne chiesero ragione al collega che l’aveva preso sotto il suo tutorato, da lui ricevendo ancora assicurazione che il 15 giugno lo studente avrebbe inesorabilmente scritto e parlato l’italiano nel grado sufficiente a promuoverlo.

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viste e sentite

Oggi siamo tutti Marino, domani chissà

Non so, onestamente, se Ignazio Marino, come scrive oggi un quotidiano, voglia accreditarsi, per sfuggire alle dimissioni da lui stesso firmate e ora evidentemente in via di revoca, come un “sindaco del fare”. Ho però la netta impressione, pur non vivendo più da un paio di anni a Roma e perciò non avendo, come suol dirsi, il polso delle cose che accadono nell’Urbe, che egli sia stato giudicato dal suo partito ben oltre gli eventuali demeriti e che la sua colpa maggiore sia stata quella di infastidire, contrariare, colpire interessi che non ci hanno messo un minuto a coalizzarglisi contro, cercando di demolirlo prima con l’irrisione poi con la contestazione politica, infine con l’isolamento e con sempre più intense manovre di forte coloritura politico-affaristica.

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sociale

Contro la povertà una misura universale. E’ così?

Bisognerà attendere la legge delega per poter esprimere un giudizio su quella misura di contrasto alla povertà presentata da Renzi come una novità straordinaria che accompagnerà la legge di stabilità. Quello che si può dire, però, già da adesso è che parlare di misura “universale” (e cioè rivolta ai poveri in quanto tali e non in quanto appartenenti a specifiche categorie da tutelare) con una dotazione finanziaria che nel giro di tre anni non oltrepasserà il miliardo di euro (nel 2017) sembra comunque eccessivo, un’affermazione vicina più alla strategia della “straordinarizzazione” degli atti del governo che a quella del “cambio di verso” vero e proprio nella realizzazione di fatti che segnino una svolta evidente e sostanziale delle politiche di welfare finora seguite (e non solo da quest’ultimo governo, ovviamente).

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Ritratti

Il ritratto di D’Arrigo

Il ritratto di Stefano D’Arrigo che Mario Ritarossi ha disegnato per il nostro Quarantennale dell’Horcynus Orca, celebrato tra Arcinazzo e Trevi nel Lazio (http://horcynusorca40.wix.com/convegno), racconta di un uomo diverso da quello che rimandano le foto che si possono vedere cliccando su google images (nella serie compare anche un disegno che lo ritrae su una barca che vorrebbe essere quella dell’ultimo viaggio di ‘Ndria). Non parlo delle foto in cui lo scrittore compare con la bocca semi coperta da una mano, ma di quelle in cui una piegatura delle labbra vorrebbe suggerire un atteggiamento ironico e penetrante nello stesso tempo e che tuttavia tradisce come un’irritazione, un moto d’astio che non riesce del tutto a trattenersi nei confronti dello sconosciuto osservatore, se non del fotografo stesso che gli è davanti.

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